La Pro Civitate Christiana – Laboratorio di fede e di futuro ha l'obiettivo di offrire accoglienza e opportunità, linfa e respiro, missione e servizio: vi invitiamo perciò a rimanere aggiornati sulle iniziative che proponiamo, attaverso il sito e le pagine facebook e twitter.
Tutto cambia al mondo.
Noi assistiamo a trasformazioni di anime, di popoli e di religioni impensabili.
Bisogna che noi prepariamo più che opere, ponti;
più che prediche, dialoghi;
più che ricordi, nuove visioni di un avvenire di libertà, di pace, di giustizia.
don Giovanni Rossi
fondatore della Pro Civitate Christiana
Vita di don Giovanni Rossi
di Roberto Magni
7. Un prete sul serio
Don Giovanni fu sacerdote per oltre 66 anni, e di giorno in giorno sempre più amava il suo sacerdozio. Ne era orgoÂglioso e fiero. Diceva negli ultimi anni: è bello essere preti. . . se dovessi ricoÂminciare la mia vita farei ancora il prete! Visse il suo sacerdozio con piena consaÂpevolezza e grande senso di dignità , anÂche nel suo comportamento esteriore. Soprattutto lo visse con profonda conÂvinzione interiore. Quanti lo avvicinaÂvano erano sempre colpiti dal fascino della sua persona. Molte volte ripetevaÂno: è veramente un prete... è un prete sul serio.
Don Giovanni amò intensamente i saÂcerdoti: per molti e molti anni predicò Corsi di Esercizi Spirituali e tenne giorÂnate di ritiro per il Clero, portò la sua parola nei Seminari regionali e diocesaÂni. Quanti sacerdoti, dopo quegli inconÂtri, non lo hanno potuto dimenticare per tutta la vita!
Amava ripetere: "per un sacerdote la S. Messa è tutto". E nella sua lunga vita la Messa fu sempre al centro di ogni giorÂnata. Con sforzo e fatica volle celebrare fino a tre giorni prima della morte. RiÂpeteva spesso: celebra la Messa come se fosse la prima, l'ultima, l'unica. E laÂsciò scritto: la più bella Messa sia la mia morte. E il Signore accolse il suo desideÂrio: mentre accanto alla sua camera si celebrava la Messa, durante la consaÂcrazione egli compì il suo sacrificio. Egli ebbe ancora una fede ferma e viva nella presenza di Gesù Cristo nell'EuÂcarestia e il suo amore lo ha sempre porÂtato dall'altare al tabernacolo. Amava l'adorazione personale, ma ancora più le solenni adorazioni pubbliche. RicorÂdava spesso come i momenti più belli della sua vita le veglie eucaristiche con i giovani dell'Azione Cattolica milanese in San Raffaele; le nottate nelle CappelÂle della Compagnia San Paolo in Via Santa Sofia e Via Mercalli; le solenni adorazioni e le grandi veglie eucaristiÂche della sua vita missionaria, in tante città d'Italia.
Don Giovanni fu un apostolo ardente e un annunciatore instancabile di Cristo. Amava la folla e le grandi manifestazioÂni; non per un senso di trionfalismo, ma perché, diceva: la folla chiama folla; l'entusiasmo si accende e dilaga. GodeÂva immensamente nel parlare nelle chiese affollate e nelle grandi adunanze nei teatri, nei luoghi di lavoro, sulle piazze. Sapeva trovare sempre le espressioni più opportune e adatte per esprimere le grandi verità della fede. Non si sentiva uomo di cultura, ma saÂpeva accostarsi anche alle grandi intelÂligenze, sempre per portare una parola penetrante di fede, tutti conquistando con il suo sorriso. Amava ripetere: "per noi missionari è più facile parlare che taÂcere!".
Come fondamento di ogni suo apostoÂlato Don Giovanni ha sempre avuto un amore e un attaccamento quanto mai fermo verso la Chiesa e il Vicario di CriÂsto. Ogni apostolato viene dalla Chiesa e solo la Chiesa può dare il mandato di evangelizzare Gesù Cristo. E solo nella perfetta comunione con la Chiesa e con il suo Capo si può evangelizzare. Non solo lo affermava con la parola, ma ne era perfettamente convinto e in questa certezza sempre ha vissuto e lavorato in tutta la sua lunga vita, conclusa in AsÂsisi nel pomeriggio di lunedì 27 ottobre 1975, all'età di 88 anni e otto mesi.
Roberto Magni